che perduta con il covid in quelle terre dove avanza
ed il destino di molte genti che si trovano a parar inermi i fendenti
di una bestia tentacolare, che soffia da ogni boccaglio un alito di male
ed i governi che fanno il bello ed il cattivo tempo spesso non danno un buon esempio
mentre medici e paramedici sono uomini, non maghi con l'ombrello
che prendono il volo su arcobaleni colorati disegnati da manine di bambini spensierati
e piove e piove su alcune famiglie,
piove di quella lacrima triste e monca di radice
che allaga e dilaga di visi persi e mai più rivisti
non ti tocca la mano malata con il suo ventaglio d'aria viziata
l'ossigeno che trabocca dalla bocca fino a quando non si avvicina come peste
e l'ora ed i minuti persi, sono un tuo problema e di nessun altro
questa prova è troppo onerosa,
sono stanco
non mi muto di nessun grido, con il mio passo longilineo vorrei poter salvare il mondo
che invece affonda in una palude senza fondo
l'appello è per le persone che vivono il bene e lo annaffiano ogni mattina
ed al ricovero la sera, come una pianta,
che ognuno trovi quell'acqua santa e benedetta,
che lava ogni cosa e disinfetta il pensiero, per quelle stanze dai muri gonfi e bianchi di dolore sottile,
dove scegliere se far vivere o morire un uomo
purtroppo è avvenuto, ed io nella scelta sono morto con loro
Quanta emozione, parole crude, come cruda è stata la realtà vissuta in quei giorni terribili... grazie per aver messo tutta la sofferenza in dolci parole
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